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SOLOCHITARRE PER GLI AMANTI DELLA CLASSICA

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2007 12:50
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24/09/2007 12:50
 
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Ho sentito un lavoro del maestro Angelo Barricelli, "SOLOCHITARRA" e ne sono rimasto folgorato.
Che dire? Partiamo dal presupposto che chi interpreta un brano deve "entrare nel brano". La differenza tra un attore e un grande attore è nel modo di vestire i panni del personaggio. il grande attore non solo interpreta i panni di Amleto, ma è Amleto, più di Amleto stesso. Perchè è Amleto più sè stesso. E la somma dei due è superiore alle singole forze. Così è per il M. Barricelli. Sto ascoltando in questo momento lo studio H.V.L. n. 1 eseguito dal M. Barricelli: c'è passione e presenza scenica in ogni nota, C'è "BEETHOVENIANITA'" in ogni passaggio. Angelo riesce a rendere appieno la natura intimista, meditativa e possente di questo brano. Non conoscevo Emilio Di Donato, ma Pasqua nella versione di A. B. è veramente tale. C'è quiete, c'è pace, c'è campane che suonano nella sacrale umiltà delle mani di questo interprete. Riparto dall'inizio e passo a J.S. BACH Preludio dalla suite n. 1 per violoncello solo. Ascoltandolo mi rendo conto che nell'anima interpretativa di Angelo c'è un amore sacrale e divino per la musica. Lo so che è vietato parlare di queste cose su questo forum, ma Bach era un pastore, un uomo di fede, e ancora una volta l'attore Barricelli riesce a spiazzarmi. Quando sento questi brani, fatti così, mi convinco ancor più che la musica è Dio. E Dio è musica Egli stesso. Da Bach a Giuliani passano un secolo e oltre. Arriviamo alle Variazioni su un tema di Haendel op. 107. Il tessuto è quello della seta delle feste aristocratiche. Le sei corde qui diventano altrettanti attori di un'opera lirica, ognuno con la propria voce. Ognuna la sua pasta, il suo colore, che si rispondono l'un l'altra. Il tema è di Handel, ma la gioia è mozartiana.Facciamo ancora un saltino. John W. Duarte e la sua English suite. Nel Preludio A.B. riesce a rendere il tema iniziale con rara chiarezza nella sua modernità english (si respirano atmosfere da musica anni 50). Ma subito dopo ecco che riappare l'antica predilezione di albione per gli skald. Devo dire che non conoscevo appieno quest'opera e l'interpretazione del Maestro Barricelli è veramente magnifica. Nella folk song il bardo parla al suo fuoco da campo e alla notte e alla luna e al silenzio (!!perchè non l'ho mai sentita prima quest'opera???). E si. L'amore di Duarte per le tradizioni del suo paese ci portano alla round dance... Che dire? Se un cavaliere in armatura mi chiedesse un caffè adesso mentre scrivo non mi meraviglierebbe. Qui il M. Barricelli da una carica interpretativa unica al brano. Ci spiazza Zaccari con le sue 6 miniature. Moderno anch'esso, ma nell'interpretazione di A.M. il preambolo ogni singola nota suona di magia, di merlini e fate morgane. E ci risento (mi si perdoni l'azzardo) anche un certo "progressive" hackettiano. Zaccari nella sua irish song fa convivere presente e passato insieme. La scrittura moderna si unisce ad atmosfere quasi "celtiche". E'palese l'amore che il M. Barricelli porta per queste tessiture (e devo dire che lo ringrazio per farmele ascoltare in questa veste così raffinata). Siamo arrivati al canone che nella sua semplicità è resa in maniera molto personale. Lo studio di Zaccari risente di influenze lobosiane (posso sbagliarmi ma lo sento così). Nel notturno il M. Barricelli rivela un lato dolce della sua anima interpretativa che mi fanno ascoltare il brano per tre volte di seguito... Mexicana è il titolo azzeccatissimo per questo breve brano che è un piccolo gioiellino e che nelle mani di A.B. risplende ancor più.
Mi tengo il piatto forte alla fine, perchè qui più che in ogni altro pezzo, avverto la personalità del M. Barricelli: S.L. Weiss Sonata in La minore: "L'infidèle". L'entrèe è suonata con garbo e passione. Weiss è anche uno dei miei autori preferiti. Angelo Barricelli lo proietta in avanti di duecento anni, non so se a lui piaccia Chopin ma in questa sua Entrèe c'è molto Chopin. E, per me, è uno dei più grandi complimenti che gli possa fare. La courante ritorna alla sua naturale casa che è il diciottesimo secolo. Questa courante fa volare la fantasia e fa dimenticare ciò che abbiamo avanti per immergerci in essa. Magia della chitarra. Strumento forse ritenuto povero dai più ma con una capacità di muovere gli animi come nessun altro. Ascolto la musette e mi fermo. Inizio a pensare di come la musica di quel secolo sia cambiata nell'arco di cinquant'anni. Qui abbiamo un Weiss che fa danzare col suo liuto solo. Dopo poco avremo herr Mozart e Beethoven con le loro orchestre, e sinfonie. Il minuetto mi conferma ciò che penso. Per fare buona musica non ci vogliono cento strumentisti. Certo un'orchestra ha molte più possibilità espressive, una sinfonia può contenere gli elementi più disparati al suo interno. Ma anche ascoltare la bella interpretazione di questo minuetto mi muove in misura non minore rispetto a cose da cento strumentisti. E da all'interprete solo una possibilità che un qualsiasi orchestrale non ha. Anche se fosse solista. La chitarra ha la particolarità di essere una piccola orchestra in miniatura. Più del pianoforte. Prima di picchiarmi aspettate cosa ho da dire: io sto ascoltando il M. Barricelli che ora esegue la sarabande.La sua capacità di trarre mille suoni dal suo strumento è magnifico. La capacità di avere mille suoni in uno strumento è cosa magnifica. La chitarra ha questa possibilità. Il piano non ce l'ha. Ha sicuramente una capacità polifonica maggiore. Ma non ha la capacità camaleontica della chitarra di poter avere timbriche diverse. Arriviamo alla paisanne con la sua sfrontatezza. Qui il M. Barricelli mette dentro un aria mediterranea e solare che gli appartengono per nascita.
Passione, bravura e capacità interpretativa unica questo è Angelo Barricelli.
Amo i suoi lavori, l'ho conosciuto qua non lo conoscevo prima, perchè non sono mai forzati. In un disco ci possiamo inserire quante note vogliamo, ma ciò che separa la musica moderna dalla musica classica è la qualità delle note. Nella sua tecnicità il M. Barricelli non mi costringe a sentire fioriture e abbellimenti inutili tanto per dimostrare la propria perizia. Ho sempre pensato che la chitarra ha bisogno di autori in gamba e di persone che sappiano esprimere chi scrive per chitarra. E'tedioso ascoltare gente che spara note inutili. Nel suo lavoro il M. Barricelli pesa ogni singola nota e riesce a rendere appieno il lavoro di questi compositori. Ogni singolo pezzo porta la sua firma oltre a quella dell'autore. Lo ringrazio non solo per questo, ma anche per la scelta dei brani di questo lavoro che è veramente ottima. E infine perchè come chi può leggere su, l'avermi fatto pensare delle considerazioni che possono essere giuste, errate, condivisibili o meno significano però solo una cosa: mi ha fatto riflettere.
Un consiglio, acquistatelo. E non ve ne pentirete.

www.angelobarricelli.com
De gustibus non sputazzellam est
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!!!NUOVO MESSAGGIO!!!
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